Indago la bulimia consumistica che determina lo scarto, in questo caso declinato nel classico oggetto da conversazione: il divano.
Riversi nei campi, nei boschi o per le strade delle periferie i divani da salotto, le cui immagini ho prelevato da siti di informazione locale che ne denunciano i ritrovamenti “en plein air”, riflettono lo stato attuale dell’avanzato processo di trasformazione del paesaggio, testimonianza inesorabile dello stato di abbandono del nostro territorio. Contemporaneamente questi scarti restituiscono metaforicamente la fallace memoria della vacuità del linguaggio espresso, standovi lì seduti, dove tracce del vissuto e del ricordo sono del tutto evaporati.
Ho dunque inventato un falso archivio dall’accezione provocatoria: la falsificazione dell’immagine si traduce nell’uso del bianco e nero, dall’effetto vintage e volutamente sgranato, per sottolinearne la drammaticità e donare un sapore romantico e nostalgico al recupero. Inizialmente ispirata da The Russian Ending di Tacita Dean l’archivio, in quanto falsificato, finisce per suscitare un cortocircuito temporale, anche grazie all’appropriazione di frasi dell’artista americano Lawrence Weiner. Le sue frasi iconiche trascritte da me in matita sul fronte della cartolina, collidono con le “banalità on air” prelevate da post di Instagram, a cui ho aggiunto bla bla bla ironici. Ogni cartolina è completata sul retro da didascalie descrittive dello stato di conservazione del reperto. Immaginando provenienza, date e luoghi, alcuni reali altri fittizi, i dati forniscono dettagli anche di fantasia sui vissuti precedenti.
Inkjet print cm 14,8 x cm 10,5 fronte e retro su carta Felix Schoeller true fibre + scritte apposte manualmente a matita. La serie di 20 cartoline è proposta inserita in apposito espositore a muro in acciaio bianco cm 100 X cm 50 in edizione di 5 pezzi.